Ci sono partite che vanno oltre il punteggio, canestri che valgono più di una vittoria, amicizie che nascono su un campo da gioco e diventano simbolo di qualcosa di più grande. Lo sport unificato è tutto questo: un modo per creare legami autentici, dove ogni sorriso, ogni passaggio, ogni applauso diventa un ponte tra le persone.
In Special Olympics, atleti con e senza disabilità intellettive giocano fianco a fianco, condividendo sfide, emozioni e traguardi. Il racconto che segue – semplice, diretto, vero – ce lo ricorda con forza: nello sport unificato, ciò che conta non è ciò che ci distingue, ma ciò che ci unisce.
Questi siamo io e il mio amico Lollo.
Io e Lollo abbiamo passato due giorni a ridere insieme. Ci piacciono il basket, la pasta al ragù e Paulo Dybala . Abbiamo tutti e due un sorriso gigantesco e facciamo (piú o meno) canestro quando tiriamo. E questo weekend abbiamo entrambi vinto una medaglia e ci siamo divertiti un sacco con i nostri compagni di squadra.
Poi, ovviamente, come tutti gli amici, siamo un po’ diversi: Lollo sta finendo le medie, io l’università. Lui (dice) ha più muscoli sul braccio mentre io ho i capelli più lunghi. Lollo, poi, questi giorni ha giocato e esultato quando faceva canestro, io invece stavo fuori con un ginocchio non ancora al top ad applaudire.
Ah poi giusto, ci sarebbe un’altra cosa – un po’ più grande – che ci separa… Però alla fine non importa. Cioè anche se lui tifa Roma e io Juve siamo amici comunque. Perché alla fine conta solo volersi bene. Giusto?
Paolo Gentiloni – Atleta Partner
In fondo, lo sport unificato è proprio questo: riconoscersi nell’altro, al di là di ogni differenza, e scoprire che insieme si può essere squadra, amici, compagni di viaggio. Le medaglie brillano, è vero, ma ancora di più brillano i legami che si costruiscono lungo il cammino. In Special Olympics la vittoria più grande è proprio questa!
Marcella Mastropasqua